Il circolo di Sinistra Ecologia Libertà di Collegno condivide il comunicato dell'ARCI in merito alla situazione di rinnovata violenza in terra palestinese.
Medio Oriente, no ad una nuova escalation di violenze
In queste ore i pensieri corrono
veloci verso quella terra che alcuni chiamano santa. Corrono i pensieri e
vanno verso le persone che per quella terra soffrono, che su quella
terra vivono e muoiono. E nei nostri pensieri temiamo che la sofferenza
quotidiana inflitta da un’ingiusta occupazione diventi morte e
distruzione di massa, diventi colata di “piombo fuso” sopra i civili
inermi.
Non lo sopporteremmo ancora una volta, non sopporteremo una prova di forza assoluta come vendetta e non sopporteremo la nostra incapacità di reagire di fronte al dolore e all’ingiustizia. E questo senza pensare ai molti amici che abbiamo in quel pezzo di terra.
A tutte quelle persone con cui abbiamo
condiviso esperienze e che ci hanno insegnato cosa significa portare
avanti una ‘resistenza’ nel 2014, cosa significa mantenere la propria
dignità nell’assenza di libertà, non avere il coraggio di raccontare che
il proprio figlio è stato arrestato mentre faceva un giro con gli
amici, né riuscire a parlare della delusione causata dalla debolezza di
una classe politica in cui un giorno si era pure creduto.
Sopportare ogni giorno le umiliazioni
inflitte dai soldati, curarsi le ferite, ricostruire le case distrutte,
aspettare che aprano un cancello per andare a scuola o a coltivare i
propri campi, accogliere lo straniero di turno, solidale e compagno, che
prima o poi potrà sempre andar via.
Questo fanno ogni giorno i palestinesi, senza impazzire. I bambini, gli anziani, donne e uomini, vivono, sopravvivono e convivono con un’occupazione illegale che porta via loro sempre più terra e più speranze. Questa è la realtà e non è una giustificazione per quello che è successo. Perché non possiamo giustificare mai la violenza e la morte.

Chiediamo quindi che tacciano
subito le armi, che l’esercito israeliano interrompa le rappresaglie e
ogni intervento militare verso la popolazione palestinese e che gli
assassini siano ricercati e catturati dall’autorità palestinese, unica
entità che ha legittimità di operare nei Territori Palestinesi.