Oggi i cittadini che hanno investito i loro risparmi acquistando parte dell'enorme debito italiano tramite i titoli di stato si stanno facendo delle domande molto serie riguardo la possibilità di una sua possibile insolvenza, cosa che fino a qualche mese fa era considerata nemmeno immaginabile.
Sempre questi cittadini, oggi piu informati di ieri "grazie" ai tragici eventi della crisi del 2008 che hanno fatto scattare parecchi campanelli di allarme, possono sapere quanto devono preoccuparsi grazie ad alcuni valori che il mondo della finanza ci mette a disposizione come lo spread, e l'andamento dei principali indici economico finanziari.
Spieghiamoli brevemente: un paese se ha bisogno di soldi li chiede facendo dei debiti ovvero emettendo dei titoli di debito (titoli di stato) come i BOT e i BTP. Ora questi titoli di stato possono essere acquistati da chiunque: privati cittadini, altri stati, banche, fondi pensione, speculatori ecc.. e tutte queste persone avranno diritto a degli interessi per il fatto di aver prestato i soldi allo stato. Ora il rapporto fra queste persone e lo stato è il libero mercato (in questo caso si tratta del mercato obbligazionario) e maggiore sarà la tranquillità dei creditori, minore sarà il tasso di interesse che lo stato dovrà pagare, perchè tanto tutti sono convinti che quewsti soldi verrano restituiti e questo basso rischio percepito permette allo stato di pagare pochi interessi, tanto il suo debito verrà comprato lo stesso.
Ora, questo è il caso di paesi come la Germania e la Svizzera.
Questi stati, debitori sono percepiti come sicuri, e i loro tassi di interesse sono il termine di paragone per tutti gli altri. Chi deve pagare (come tassi di interesse) solo poco di piu rispetto a loro per piazzare sul mercato i loro debiti può ritenersi credibile agli occhi del mercato stesso, chi invece deve pagare molto, sicuramente è costretto a farlo perchè è percepito come poco affidabile. Questo - purtroppo - è il nostro caso: il nostro spread è molto alto, meno alto della Grecia, ma piu alto della Spagna ad esempio.
Ora tutto questo ha due motivazioni principali: la prima è che negli ultimi 10 anni siamo costantemente fra i paesi che crescono meno al mondo, la seconda è legata alla prima, ovvero se cresciamo cosi poco quali sono le risposte immediate da parte del governo? Proprio su quest'ultimo punto l'europa tutta ha dimostrato di dare delle risposte sbagliate e tardive: tasse e rigore, mentre i mercati si aspettavano crescita e sviluppo. Ma il motivo è presto detto: gli introiti delle tasse sono dimostrabili e certi, lo sviluppo è solo un'ipotesi, non dimostrabile e non vendibile ad un mercato che non ha piu fiducia.
Purtroppo quindi, a causa di una politica nazione debole, appesantita dal malcostume e dalla corruzione, siamo costretti a pagare sempre piu tasse per tamponare le falle della politica, i soccorsi delle banche centrali ci hanno salvato per un paio di mesi, ora siamo dinuovo con uno spread insostenibile e con un'immagine nel mondo altrettanto imbarazzante.
Chi è sopravvisuuto alla crisi ha abbassato le tasse e ha alleggerito la macchina statale, noi abbiamo fatto il contrario, perchè dovevamo tenere - come dice tremonti - i conti in ordine, oggi il tappo sta saltando e siamo stati declassati dalle agenzie di rating perchè le manovre di emergenza tagliano le gambe al ceto medio basso, e soprattutto strozzano la piccola imprenditoria su cui questo pese si fonda, non sorprende che quindi oltre al declassamento ci sia un outlook negativo da parte di Standard and Poors e Moody's per il nostro futuro.
La storia non insegna nulla a quanto si evince: sebbene i segnali che arrivano al governo dai mercati e dal mondo siano sempre gli stessi da almeno 10 anni, essi vengono costantemente ignorati per un'attenzione al proprio "particulare" che lascia la propolazione dapprima allibita e poi furibonda.
A fare da stampella a questo sistema ci sono i cosiddetti aiuti delle banche centrali, la BCE, e la FED, che immettono valanghe liquidità nel sistema, drogando letteralmente le quotazioni di titoli di stato ed azioni, sorreggendo chi di fatto è già fallito come la Grecia e chi è sull'orlo del precipizio come l'Italia e la Spagna. Ma il doping finanziario è ben poca cosa al confronto della forza propulsiva che potrebbero sprigionare quel mare di piccole e medie imprese che oggi sono costrette a fuggire in Svizzera, ma d'altronde, gli stati che dovrebbero fallire sono sorretti, e le imprese che dovrebbero essere sorrette sono lasciate fallire, e anzi affossate ancora di piu da questa manovra finanziaria, sembra proprio che la bilancia da noi penda sempre dalla parte sbagliata, non solo quella economica, ma anche quella della giustizia.