Il 2 e 3 marzo si è svolta a Roma, alla Casa delle Donne, l'assemblea nazionale delle donne di SEL. In questi due giorni si è trattato il ruolo della donna all'interno della società, a cominciare dal problema della rappresentanza. Difatti si è molto dibattuto su quale legge potrebbe meglio risolvere il problema della scarsa partecipazione delle donne in politica, posto che le quote rosa sono di per sé un meccanismo umiliante. L'aspetto più triste e paradossale, è che con la legge Porcellum le donne nominate sono numericamente superiori rispetto ad elezioni che si svolgono col meccanismo di preferenza. Certo è che se la rappresentanza femminile è una ex velina come la Carfagna oppure il ministro Fornero che non ha niente della tanto declamata dolcezza femminile, allora forse ne facciamo volentieri a meno.
Un altro argomento di cui si è lungamente parlato è il problema della crisi e della precarietà del lavoro, che purtroppo colpisce più duramente le giovani donne. Insomma, oltre alla grave onta di aver sedotto Adamo con una mela, continuiamo a scontare la colpa di avere un utero e di poter generare nuove vite...peraltro bisognerebbe ricordare agli uomini che loro sono al mondo proprio perché qualcuno ha concesso il periodo di maternità alla loro madre, o eventualmente uno stipendio paterno che permettesse il mantenimento della famiglia. In Italia bisogna dire l'ovvio.
L'ovvietà è stata la parola d'ordine di questi due giorni romani, del ruolo della donna si discute negli stessi termini dagli anni settanta, da quando le femministe hanno vinto qualche battaglia. E poi il nulla, il vuoto cosmico, riflessioni sempre uguali, problemi identici. Questo paese sembra fermo, socialmente e culturalmente, da oltre 40 anni. Quante volte abbiamo sentito parlare di femminismo? Tanto che ormai è stato completamente svuotato di ogni significato. In una nazione che non progredisce, anche i diritti civili sono in stallo. E quindi ci tocca ripetere sempre le stesse cose, come un mantra un po' triste che cade nel vuoto. Ancora le nostre richieste non sono state ascoltate, ancora le nostre proposte non sono state accolte. È vero, noi donne siamo noiose, diciamo sempre le stesse cose, siamo rompine non solo come mamme ma anche come cittadine. Quindi, cari uomini, accontentateci! Dateci ragione come fate tra le mura domestiche per evitare le discussioni! Regalateci con magnanimità almeno un po' di parità! Dateci il contentino! Così finalmente non saremo più costrette a ripetere sempre le stesse cose.
Martina Steinwurzel
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