intervista a Nichi Vendola di Andrea Carugati, l'Unità 07/06/2012
Nichi Vendola è molto irritato con il Pd. Anche con Bersani, nonostante il rapporto tra i due segretari sia solido. Il leader di Sel ha investito sul rapporto con questo Pd a trazione bersaniana, nella scommessa di costruire un nuovo centrosinistra e, in nome di questo obiettivo, si è più volte tenuto a freno nelle critiche all’alleato.
Non ieri, quando ha sparato a zero insieme a Di Pietro sulle nomine nelle authority, condivise dal Pd: «Una ferita che rende meno credibile l’alternativa e apre scenari problematici anche per eventuali coalizioni ». Alla buvette di Montecitorio, è ancora più esplicito: «Se continuano così io non riesco a reggere un altro anno, la gente è imbufalita, ci chiede di essere diversi anche nei comportamenti e loro fanno queste figure...». L’altro tema che appensantisce i rapporti è quello delle primarie. Da due anni il leader di Sel si candida per guidare il centrosinistra, «ma da mesi mi sono imposto di non parlare più di primarie per non passare da disturbatore...».
Ora però che Bersani ha aperto a questa prospettiva, Vendola è sospettoso. Primarie del Pd o di coalizione? Il margine di ambiguità lasciato finora dal leader democratico non rassicura. E così il presidente della Puglia ribadisce: «Se ci saranno le primarie della coalizione mi candiderò». Toni ancora morbidi, in attesa della relazione di Bersani domani alla direzione Pd. Da cui Vendola si aspetta parole chiare.
Pronto a far partire un «fuoco di sbarramento» nel caso in cui i democratici decidessero per una competizione interna al partito. «Non si illudano che noi poi ci si adegui», spiega un fedelissimo del governatore. «Fare primarie di partito sarebbe un atto di guerra, questo è il momento di aprirci alla società, non di curare i rapporti tra le correnti del Pd». E ancora: «Se insistono sull’autosufficienza, non contino sul fatto che noi si possa accettare una “separazione consensuale”, come nel 2008 tra Bertinotti e Veltroni». Vendola esclude è di entrare nel Pd per partecipare alle primarie: «Non voglio essere annesso...».
Esclude anche un’eventuale rimozione dell’orecchino, nella corsa per le primarie o anche dopo, in caso di vittoria. «Toglierlo? Mai».E snocciola i punti chiave del suo programma da candidato: reddito di cittadinanza, smontaggio della riforma Gelmini sulla scuola e una «patrimoniale sulle grandi ricchezze».
E' possibile effettuare una donazione per sostenere le popolazioni colpite dal sisma in Emilia Romagna:
Unipol Banca - Iban IT76H0312702405000000002308
Intestato a :"Emergenza Terremoto SEL Emilia Romagna"
causale: Terremoto Emilia Romagna 2012.
Non ieri, quando ha sparato a zero insieme a Di Pietro sulle nomine nelle authority, condivise dal Pd: «Una ferita che rende meno credibile l’alternativa e apre scenari problematici anche per eventuali coalizioni ». Alla buvette di Montecitorio, è ancora più esplicito: «Se continuano così io non riesco a reggere un altro anno, la gente è imbufalita, ci chiede di essere diversi anche nei comportamenti e loro fanno queste figure...». L’altro tema che appensantisce i rapporti è quello delle primarie. Da due anni il leader di Sel si candida per guidare il centrosinistra, «ma da mesi mi sono imposto di non parlare più di primarie per non passare da disturbatore...».
Ora però che Bersani ha aperto a questa prospettiva, Vendola è sospettoso. Primarie del Pd o di coalizione? Il margine di ambiguità lasciato finora dal leader democratico non rassicura. E così il presidente della Puglia ribadisce: «Se ci saranno le primarie della coalizione mi candiderò». Toni ancora morbidi, in attesa della relazione di Bersani domani alla direzione Pd. Da cui Vendola si aspetta parole chiare.
Pronto a far partire un «fuoco di sbarramento» nel caso in cui i democratici decidessero per una competizione interna al partito. «Non si illudano che noi poi ci si adegui», spiega un fedelissimo del governatore. «Fare primarie di partito sarebbe un atto di guerra, questo è il momento di aprirci alla società, non di curare i rapporti tra le correnti del Pd». E ancora: «Se insistono sull’autosufficienza, non contino sul fatto che noi si possa accettare una “separazione consensuale”, come nel 2008 tra Bertinotti e Veltroni». Vendola esclude è di entrare nel Pd per partecipare alle primarie: «Non voglio essere annesso...».
Esclude anche un’eventuale rimozione dell’orecchino, nella corsa per le primarie o anche dopo, in caso di vittoria. «Toglierlo? Mai».E snocciola i punti chiave del suo programma da candidato: reddito di cittadinanza, smontaggio della riforma Gelmini sulla scuola e una «patrimoniale sulle grandi ricchezze».
E' possibile effettuare una donazione per sostenere le popolazioni colpite dal sisma in Emilia Romagna:
Unipol Banca - Iban IT76H0312702405000000002308
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causale: Terremoto Emilia Romagna 2012.
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